Problemi in casa Fiat, per il web è la peggiore impresa nel settore automotive.
La ricerca è stata condotta da Blogmeter, società italiana di Social Intelligence, nel periodo di riferimento va dal 1 gennaio 2013 al 31 marzo dello stesso anno.
Blogmeter dispone di un sistema proprietario di analisi semantica delle interazioni che, anche grazie all’operato dei data analyst aziendali, consente la rilevazione del sentiment rispetto alle interazioni effettuate sui social network e non solo.
La stessa ricerca viene effettuata sia sui profili di interesse che su singoli elementi, andando ad effettuare uno screening che conta centinaia di migliaia di interazioni tra utenti.
L’analisi non avviene esclusivamente sui canali social, ma prevede l’individuazione di issues e conversazioni anche su altri canali, quali i forum o i blog. Dai dati emerge che almeno il 50% dell’intero quantitativo di interazioni proviene dai social network, mentre i forum si segnalano, soprattutto, per una tipologia di discussione più specifica, che nella fattispecie riguarda i caratteri tecnici del settore.
Dai dati, e dall’infografica , emerge un’informazione rilevante: Fiat è il brand che ottiene il maggior numero di discussioni, ma allo stesso tempo è ritenuto il peggiore del settore, con il 52% di interazioni dal sentiment negativo.
Va da sé che se un utente su due, su una platea enormemente vasta, rilascia feedback negativi sull’impresa, qualcosa sta andando storto in termini di strategia social e non solo.
La sentiment analysis è cartina al tornasole di un malessere tangibile che emerge dai canali su cui viene effettuata. Nello specifico si stima che circa il 70% delle interazioni riguardano temi corporate, a partire dalla fusione con Chrysler, che evidentemente è stato argomento indigesto per i clienti e gli affezionati ad una società che vive, nel panorama automobilistico, una anomalia tutta italiana che la lega a doppio filo alle sorti del paese, più di quanto non accada per i concorrenti di settore. Inoltre dalla ricerca emerge che, in particolar modo, il sentiment negativo è frutto di questioni fiscali e della dismissione di stabilimenti italiani. In breve, le criticità emergono dagli aspetti amministrativi e gestionali dell’impresa, più che dai prodotti o dall’attività social in sé.
Restando sempre in orbita Fiat, l’Alfa Romeo Giulietta risulta essere il modello di automobile più discusso, con 24mila citazioni, seguita dalla Fiat 500 con 19mila. Tuttavia tra i modelli più apprezzati si annoverano le case Peugeot, Nissan e Qashqai.
Su Facebook Fiat conta oltre 1 milione di contatti a fronte di un evidente problema di engagement.
Su Twitter si presenta con l’account con il maggior numero di follower, sebbene a differenza delle altre case produttrici sia l’unica ad avere un profilo internazionale univoco, catalizzando in un unico canale tutte le interazioni, fatta eccezione per il profilo di social crm Fiat Care IT, destinato al pubblico italiano, zoccolo duro della clientela Fiat.
In conclusione occorre segnalare che i profili social, su entrambe le piattaforme, sono adeguatamente curati, con pubblicazioni regolari e mediamente frequenti e con particolare attenzione all’interazione con gli utenti, che si realizza in risposte discretamente celeri. I problemi risiedono a livelli ben più alti della gestione dei social network, che evidentemente richiedono un’operazione ad ampio raggio, che vada a prevedere un completo restyling della reputation dell’azienda nei confronti dell’audience, che non può prescindedere da temi sensibili come la delocalizzazione della produzione a cui evidentemente non può far fronte solo ed esclusivamente la comunicazione.
Riuscirà la società di bandiera italiana nel settore automotive a riaccendere i motori della ripresa?
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