[Infografiche] Digital Evolution Index: le istituzioni affossano l’Italia

Digital Evolution Index: “ormai quasi 3 miliardi di utenti accedono a internet.”
Il numero cresce ed è destinato a crescere di anno in anno. Digital Evolution Index analizza questi trend e soprattutto gli stati in cui la crescita dell’utilizzo del digitale è più rapida e le modalità con cui questa si concretizza.
Come indicato sul sito ufficiale, la crescita necessita di infrastrutture, di policies e di opportunità.
Digital Evolution Index, che annuncia di aver iniziato le proprie pratiche nel 2008 sebbene venga pubblicato solo adesso, propone una mappa in grado di indicare l’evoluzione del digitale nei vari stati con le rispettive peculiarità.
I quattro indici utilizzati per l’estrazione dei dati sono: la domanda, le tecnologie intese come infrastrutture (“supply”), le istituzioni e l’innovazione intesa come fermento di startup competitive nel panorama globale.
Focalizzandoci sull’Italia, i dati non sono troppo incoraggianti, per certi versi.
L’Italia risulta essere al 38° posto, su 50 stati analizzati, e si segnala per l’influenza oltremodo negativa del punteggio assegnato all’indice “istituzioni”, decisamente più basso degli altri dove i segnali sono relativamente incoraggianti.
L’analisi si approfondisce con l’inclusione di 4 categorie di risultati.
Gli stati vengono catalogati in:
Stand out“: stati storicamente digitalmente evoluti;
Watch out“: paesi che si segnalano per ottime potenzialità, opportunità e sfide significative;
Break out“: paesi attrattivi per la crescita rapida ma con sensibili rischi in quanto molto bassi nei punteggi;
Stall out“: paesi in fase di stallo, storicamente degni di nota ma poco predisposti all’evoluzione.
Vuoi vedere che l’Italia è in fase di stallo? No. Stranamente no.
Trainata dall’innovazione delle proprie aziende e dalla domanda, l’Italia si attesta tra i paesi della categoria “Watch out”, nonostante le limitazioni.

digital evolution indexSicuramente un segnale interessante.
Digital Evolution Index sottolinea come non esistano procedure troppo standardizzate, in grado di individuare dei modelli ben specifici a cui si affidano i vari paesi. Tutto ciò rende i risultati molto variabili che potrebbero portare rapidamente uno stato dallo stadio di “watch out” allo stadio di “stall out”.
Ho ritenuto utile servirmi dei dati disponibili per stilare le “graduatorie” relativamente ai singoli indici di valutazione, che restituiscono dati più specifici sui margini di miglioramento e di evoluzione, in particolare, del contesto italiano.

Dal dato disaggregato, nell’infografica che segue, salta all’occhio l’evidente criticità che inficia sensibilmente il risultato del nostro paese. Dal punto di vista dell’apporto delle istituzioni all’evoluzione digitale, l’italia è terribilmente quartultima, in pessima compagnia di Grecia, Egitto e Russia.

 

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