Facebook dimezza i gradi di separazione, vero motore dell’influenza

Facebook dimezza, o quasi, i gradi di separazione.
Sai di cosa si tratta?
Mi capita di parlarne spesso durante i corsi di formazione, perché si tratta di una teoria estremamente legata alle dinamiche di influenza (in ambito marketing), di cui spesso si parla impropriamente.
Mi piace ribadire qui il mio, banale ma utile, esempio.
La teoria dei sei gradi di separazione è ciò che dà(va) la possibilità di conoscere Bin Laden a tutti. Come? Attraverso non più di 6 persone.
Proviamo a vedere come..
Se vivi in un comune conoscerai almeno una persona in politica, ma immaginiamo che tu non la conosca direttamente.
Il tuo primo passaggio sarà incontrare qualcuno che abbia un amico in politica (1).
Successivamente questa persona ti metterà in connessione con un politico, anche locale (2).
Il politico locale, in quanto iscritto ad un partito, avrà almeno formalmente modo di raggiungere i vertici dello stesso (3).
Conosciuti i vertici del partito il segretario del partito avrà nelle proprie facoltà la possibilità di contattare formalmente la Casa Bianca (4).
Alla Casa Bianca c’è Obama (5), che non avrà problemi a interpellare il capo dei Marines (6), che sarà l’ultima persona, al netto delle difficoltà del suo mestiere, che potrebbe portarti fino a Bin Laden.

Stiamo parlando di una teoria, il cui senso logico sta in piedi, seppur con tutte le lecite e ovvie difficoltà pratiche.
Ed è proprio su questo che si fonda l’influencer marketing: la capacità di soggetti di influenzare le conversazioni e le dinamiche online e non solo.
I veri influencer, spesso confusi per coloro che ottengono più like o hanno più follower, sono i soggetti (nodi) di un contesto (network) che riescono a velocizzare i passaggi con cui l’informazione passa dal primo all’ultimo anello della catena.
Nel paradossale caso di cui sopra, i 6 soggetti mediante cui si arriva al target sono sicuramente per te degli influencer, con influenza crescente quanto più ci si avvicina all’obiettvo.
Il concetto di influenza, a mio avviso, è qualcosa che compete più alla velocità con cui viaggia l’informazione, che alla quantità delle interazioni che la stessa ottiene.
Si tratta di fattori interdipendenti, ma non esclusivi. Una persona influente catalizzerà inevitabilmente più interazioni, ma quest’ultime non sono necessarie e sufficienti a generare influenza.
Se Facebook è diventato un importante player del web (per alcuni è diventato il web) è proprio per la sua grande capacità di connettere persone, facilitando la disintermediazione tra soggetti.
E’ questo il motivo per cui nella ricerca degli influencer su determinate conversazioni online ha più senso affidarsi alla social network analysis che ad altri sistemi quantitativi.
Troppo spesso capita di leggere improbabili classifiche sugli influencer, basati su portata, engagement o altri tipi di dati/metriche.
Ma allora perché parlare di influenza se poi la si misura come tutto quanto il resto?
Molto più interessante invece è affidarsi ad algoritmi statistici, come
Betweenness centrality, capaci di recitare, invece, la rilevanza di determinati nodi nel ridurre i tempi di “navigazione” dell’informazione, dando un senso empirico a ciò che chiamiamo influenza.
L’ultima notizia che giunge dalle stanze di Research at Facebook è la certificazione del dimezzamento dei convenzionali 6 gradi di separazione.
Facebook consentirebbe di connettere le persone con una quantità (media) di 3,5 gradi di separazione.
A questo indirizzo è possibile leggere i dati a tal proposito, con la possibilità di leggere il vostro coefficiente.
gradi di separazione su facebook

Spero ti sia più chiaro adesso cosa si intende per influenza e quanto la grande missione di Facebook di connettere il mondo sia sempre più in via di compimento.

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