Periscope è la nuova frontiera della pirateria?

Periscope è probabilmente una delle rare, reali, innovazioni degli ultimi tempi in materia di social media.
Di recente stiamo assistendo a molte novità tecniche, che vanno ad aggiungere feature sicuramente utili ed interessanti a piattaforme già composite, come Facebook e le sue possibilità di effettuare pagamenti, videochiamate e telefonate.
Il lancio di Periscope, con il suo servizio di live streaming, rappresenta non una miglioria ma una rivoluzione.
Sia chiaro, esistevano già servizi equivalenti come Meerkat, ma il fatto che Periscope sia finito sotto l’egemonia di Twitter gli attribuisce sicuramente una potenza di fuoco maggiore, un fenomeno social e virale, che ha ancora molto molto potenziale da esprimere.
L’esperienza è assai intrigante.
Chiunque può lanciare un live streaming con la propria fotocamera dello smartphone e molte altre persone possono interagire con lo stesso, attraverso dei commenti o dei cuori, che non rappresentano altro che dei like.
Come spesso accade nel panorama delle reti sociali: “fatto il social trovata la distorsione”.
Periscope è presto divenuto la nuova frontiera della pirateria.
Nulla di troppo sorprendente o non preventivabile, ma la portata e il potenziale di queste attività forse sta stupendo anche i più lungimiranti.
Si comincia con i primi episodi di Game of Thrones, che creano i primi dissidi tra chi produce e chi smercia a buon mercato (gratis) prodotti per i quali è necessario un abbonamento alla pay tv, fino a giungere all’incontro di boxe del secolo Pacquiao – Mayweather.
Secondo questo articolo di Mashable, la visione del match su canali “regolari” aveva un costo tra i 90 e i 100 dollari.
Mica poco.
Accade quindi che dando un’occhiata a Periscope si possano trovare decine e decine di live streaming attivi sulle tv di tutto il pianeta, con tutti i difetti del caso tra problemi di crash dovuti alle eccessive interazioni e alla qualità non sempre ottima, ma parliamo pur sempre di un servizio gratuito.

pacquiao mayweather on periscope
Tempo fa vi ho raccontato di una ricerca che delineava Twitter come il “bar dello sport” dei social media, e pare che Periscope ne abbia seguito le orme, ampliando gli interessi.
Presto fatto. Tutto il mondo è sintonizzato sul match del secolo e decine e decine di utenti stanno condividendo, gratis, lo show con gli altri user di Periscope, con buona pace delle reti che ne avevano acquistato i diritti.
Sebbene si tratti, in buona sostanza, di un’infrazione, la cosa non pare turbare gli animi di chi ne è responsabile.
Dick Costolo (CEO di Twitter), candidamente, sentenzia su Twitter che il vero vincitore della serata è Periscope.


Quali prospettive?
Periscope è attualmente un fenomeno di una viralità molto consistente e che attende di veder esplodere tutto il suo pontenziale.
Mi preme ricordare che attualmente è un’app ancora in fase di lancio e ancora esclusiva per gli utenti iOS.
Sappiamo tutti che gli utenti Android sono almeno il doppio, no? Senza contare Windows Phone, Blackberry e l’eventuale ideazione di servizi desktop.
Sono portato a credere, ma potrebbe essere solo un’immaginifica ipotesi complottista, che Twitter, nella persona dei propri amministratori, stia palesando tutto ciò, nell’attesa di predisporre, o di attendere che sia richiesto, un piano di partnership con le reti, che consenta alle stesse di non veder erosi i propri investimenti in prodotti che potrebbero poi essere visualizzati gratuitamente, e per ottenere da Twitter (e quindi da Periscope) dei canali privati unitamente a delle forme di tutela degli stessi.
Restiamo in attesa di sviluppi…

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