Facebook, retromarcia sui contenuti promozionali dal 2015

Facebook mette la parola "fine" al click baiting.Facebook e la sua, sana, mania di essere user-oriented.
Spesso gli utenti si lamentano di Facebook e altrettanto spesso Facebook si interessa ai feedback per applicare migliorie.
Proprio per questo è stato annunciata sulla newsroom l’imminente volontà di rimodulare la distribuzione dei post sul newsfeed, con particolare attenzione agli aspetti promozionali.
Facebook ha interrogato centinaia di migliaia di persone, fino a giungere alla conclusione (abbastanza ovvia) che queste sono più interessate ai contenuti degli amici e delle pagine che ai contenuti promozionali.
Facebook annuncia, paradossalmente, di aver scoperto che un sacco di utenti reputano promozionali più i contenuti delle pagine a cui hanno concesso il proprio like, che i contenuti di advertising.
Il problema è qualitativo.
Il newsfeed attua regolari e massicci controlli qualitativi e quantitativi sugli annunci di advertising, modalità che non si riflette sui post promozionali delle pagine.
Per intenderci: se il vostro brand preferito continua a cercare di vendervi un prodotto, questa cosa disturba molto più di uno spazio pubblicitario regolarmente acquistato e preposto a queste finalità.
Chiaro sintomo che gli utenti dalle pagine cercano interazione e non il bancone del negozio.
La novità è l’inizio di nuovi controlli sui post delle pagine, che consentirà alle persone di vedere maggiormente ciò che realmente interessa.

Tre sono gli elementi individuati come di disturbo

  • Richiami all’acquisto di prodotti e app
  • Call  to action per promozioni e concorsi
  • Riutilizzo dei contenuti degli annunci

A partire da gennaio 2015 questi contenuti saranno radicalmente ridotti, decurtando quindi le pagine della visibilità rispetto a contenuti promozionali. Siamo ancora nel limbo dell’incertezza, ma potrebbe rappresentare un’altro duro colpo sulla gestione delle pagine.
Sia chiaro, utilizzare le fanpage per fini esclusivamente, o principalmente, commerciali è, a prescindere, un errore. Non un errore tecnico, ma un errore di metodologia, per altro poco fruttuosa.
Facebook è un luogo di interazione, dove i brand sono tenuti a costruire la propria immagine e gestire la propria reputazione online. Facebook è un mercato, ma non è quello della vendita al dettaglio.

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Potrebbe trattarsi di un lieve compromesso che riconsegnerà un po’ della visibilità perduta, rivedendo i tagli lineari (mi perdoneranno economisti e politiologi) applicati all’esposizione negli ultimi tempi,  incidendo sulle pratiche scorrette (da non intendersi in senso etico) sulla piattaforma.
Facebook, infatti, annuncia di voler intervenire anche sulla quantità di post pubblicati, riducendo la visibilità di chi pubblica troppi contenuti, probabilmente riferendosi a pratiche automatizzate.
Si precisa che la maggior parte delle pagine non sarà influenzata da questa modifica.

Staremo a vedere, intanto è bene che i social media manager meno avvezzi all’intrattenimento e più portati al mutuare il mercato settimanale all’interno della piattaforma, comincino a rivalutare il proprio modus operandi.

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