Facebook continua ad arricchire i format comunicativi sulla piattaforma: è il turno di Canvas.
Il format mobile di inserzione, finora aperto a chi fa attività a pagamento sul social, dal 22 giugno sarà finalmente utilizzabile anche per le pubblicazioni organiche.
Canvas è una sorta di pubblicazione onnicomprensiva in quanto a partire da un’interfaccia, simile a un comune link, consente di accedere a un contenuto multimediale, in cui è possibile assemblare immagini, testi, video, caroselli e foto panoramiche, in una sorta di Instant Articles per brand.
Come è stato per i siti di informazione, l’obiettivo è portare in casa la produzione di contenuti, inevitabilmente finalizzata a trattenere le persone all’interno dell’ecosistema Facebook, aumentando i tempi di permanenza, potendo contare su tempi di caricamento radicalmente più bassi.
Al di là del fattore tecnico, il format si presenta molto attrattivo e dinamico, capace quindi anche di alzare eventualmente la quota di engagement, andando a rappresentare un giusto compromesso tra visibilità e parziale cessione della “proprietà” dei contenuti.
Trattandosi di brand e non di newsbrand, quest’ultima questione dovrebbe risultare meno spinosa.
Secondo MarketingLand, i tempi di caricamento di un Canvas rispetto a un link normale sarebbero di almeno 10 volte inferiori.
Un valore aggiunto di assoluta rilevanza se si considerano i ritmi frenetici di fruizione dei contenuti sul web.
La differenza sostanziale tra Canvas e Instant Articles è nella produzione degli stessi.
Se per i secondi si può automatizzare una procedura, i primi vanno prodotti singolarmente e non è prevista la possibilità di integrare advertising all’interno, riprendendo la famosa grana dei banner che fu già delle trattative tra editori e Facebook per instant articles.
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