Non capita spesso che Facebook sbagli, ma tra le decine di implementazioni che mi capita di raccontarvi di mese in mese, alcune, anche tra le più promettenti, hanno rappresentato per Facebook un fallimento, o comunque un test di breve durata.
E’ il caso di Riff, Slingshot e Rooms.
Riff era un’app studiata per la produzione, partecipativa, di brevi video da condividere, stile Vine, per cavalcare l’onda del crescente utilizzo, e vantaggio algoritmico, dei contenuti video.
Rooms rappresentava il ritorno al passato, con la possibilità di creare le vecchie “stanze”, da cui probabilmente anch’io mi sarò fatto ammaliare, memore dei tempi andati su Irc e simili.
Slinghsot è stata, invece, la prima manifesta contromossa di Facebook a Snapchat, probabilmente dopo che gli sviluppatori dello stesso ne rifiutarono la cessione.
Slingshot consentiva una comunicazione unicamente visuale, fatta di invio rapido di immagini e video privatamente.
Tutti progetti che, in un modo o nell’altro, sono stati abbandonati o inglobati dalle app principali di iOS e Android.
Per tutte e tre le app è stato disposto, o arriverà a brevissimo, l’eliminazione da Play Store e Apple Store. Se doveste averle già sugli smartphone, e dovessero piacervi, tenetele strette finché durano.
Con la fine di questi progetti si chiude l’esperienza di Creative Labs di Facebook, di cui si sono perse le tracce di sito web e pagina Facebook.
Creative Labs rappresentava un luogo propositivo e dedito all’innovazione partecipativa, fatta di una continua commistione di competenze e lanci di hackathon, ormai fin troppo in voga in tutto il pianeta, alla ricerca di soluzioni nuove ed accattivanti.
Piccoli fallimenti che non intaccano reputazione di un ecosistema sempre più onnicomprensivo, ma che ci aiutano a comprendere che, a volte, anche chi pare tecnologicamente infallibile può incontrare qualche piccola battuta d’arresto.
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