Big Data e real time, che passione!
Con questo articolo intendo delineare una panoramica, a carattere generale, sulla tematica dei big data, in riferimento ad una recente condivisione su Google + di Vincenzo Cosenza (di cui vi segnalo l’interessantissimo blog).
Il link in questione reindirizza ad un servizio online sperimentale, che servendosi delle potenzialità dei big data riesce a creare una dashboard di rilevazione in real time.
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Attraverso questa interfaccia è possibile conoscere in tempo reale tutto ciò che sta accadendo nelle città che aderiscono al progetto, con un elevatissimo grado di qualità e immediatezza.
Per non fare confusione: esiste una piattaforma made in UK denominata City Dashboard, che prende in esame città come Londra, Manchester, Leeds, Edinburgo ecc.
Il caso specifico indicato da Cosenza, Amsterdam, si chiama City Dashboard ma è ad opera di Waag Society, istituto di scienza arte e tecnologia, ed afferente al progetto City SDK che gestisce, tra gli altri, un progetto di Open Data per la provincia di Roma. Non è difficile immaginare che ben presto si possano visualizzare i dati della nostra capitale. Essendo ancora in versione beta scelgo di descrivere ed analizzare la dashboard di Londra, perché capace di garantire già dati efficaci a tutto tondo, dove nel caso di Amsterdam si segnalavano ancora delle lacune, tipiche dello status di sviluppo.
Il progetto di City Dashboard UK è ad opera di JISC, istituto di ricerca e di digital technology.
Cosa ti interessa sapere, in questo preciso istante, di Londra?
Quale linea metropolitana riscontra dei ritardi? Quante biciclette sono disponibili? Quante stazioni sono piene? Quanti bus stanno circolando? Il livello del fiume o lo stato d’animo delle persone?
E’ tutto in questa dashboard ed è tutto in tempo reale
Potere dei big data. Il progetto City Dashboard London si serve di dati rilevati da una variegata quantità di fonti, come Yahoo Developer Network, London School of Economics, OpenStreetMap, National Oceanic and Atmospheric Administration, Maptube ecc.
I dati, rilevati, strutturati e sistematizzati in visualizzazioni consentono all’utente una gestione semplice ed immediata dell’informazione.
Questa esperienza esemplifica in maniera eccellente le potenzialità dei big data. Parliamo di un vero e proprio nuovo paradigma, per descrivere il quale mi servo di citazioni illustri, che ne delineano in maniera efficace le peculiarità.
Giuditta Mosca, dalle pagine di Nova Tech, magazine de Il Sole 24 ore, definisce i Big Data
una mole consistente di dati, articolati in strutture complesse soprattutto perché non omogenei: possono farvi parte immagini, testo, coordinate geografiche e tutta una serie di informazioni raccolte da un’infinità di fonti.
Il quadro di insieme palesa le potenzialità e le criticità del sistema. Le imprese hanno oggi a disposizione una grande quantità di elementi su cui effettuare analisi e rilevazioni per poter migliorare le proprie performance di business, ma devono far fronte ad un contesto estremamente caotico all’interno del quale l’information overload o un’interpretazione parziale o errata dei dati rappresenta un rischio sensibile.
Un numero maggiore di dati non assicura un risultato migliore, ma assicura un enorme potenziale per offrire rilevazioni sempre più attendibili.
A tal proposito, il Direttore della Ricerca di Google, Peter Norvig, afferma:
Non abbiamo migliori algoritmi. Abbiamo solo più dati.
Erik Brynjolfsson, economista presso il Massachusetts Institute of Technology di Sloan School of Management asserisce che per cogliere il potenziale dell’impatto dei Big Data basta far riferimento al microscopio, inventato quattro secoli fa.
Si è trattato di una rivoluzione della misurazione che ha permesso alle persone di vedere e misurare le cose come mai prima a livello cellulare.
Riusciamo a vedere cose che non avremmo potuto immaginare e riusciamo a farlo in tempo reale.
Siamo di fronte alla possibilità di conseguire, quando questi sistemi saranno estremamente specifici e scientificamente attendibili al 100%, l’onniscienza rispetto alle informazioni di pubblica utilità.
Sicuramente un’occasione importante in termini di business, ma anche nell’ambito civico, dove la trasparenza e la chiarezza fanno del rapporto tra i cittadini e le proprie città un valore portante.
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post molto interessante; sicuramente la trasparenza ed ottenere info di pubblica utilità sono due scopi da perseguire, anche per le nostre città